Ieri, il Consiglio regionale ha respinto l’ordine del giorno presentato dai consiglieri del Team K – Paul Köllensperger, Alex Ploner, Franz Ploner e Maria Elisabeth Rieder – che mirava a rafforzare la prevenzione della corruzione e la trasparenza nelle società partecipate regionali e ad informare il Consiglio regionale sull’attività svolta in questo ambito.
La proposta, basata su precise basi normative nazionali e internazionali in materia di lotta alla corruzione, chiedeva alle società pubbliche regionali come Autostrada del Brennero Spa e Pensplan Centrum Spa un rendiconto dettagliato sulle misure anticorruzione adottate, con particolare attenzione a quattro aspetti cruciali: rotazione del personale, formazione sui rischi di corruzione, trasparenza e tutela dei whistleblower.
Il presidente Kompatscher si è in sostanza avvalso della facoltà di non rispondere. L’assessora Giulia Zanotelli ha espresso parere negativo per conto della Giunta, senza fornire alcuna motivazione. Un silenzio assordante che giunge in un momento particolarmente delicato, mentre le cronache riportano pressoché quotidianamente gli aggiornamenti sulle indagini che hanno coinvolto i componenti del Consiglio di amministrazione di Autobrennero Spa nell’inchiesta Romeo.
La proposta dei consiglieri del Team K mirava a ottenere una relazione integrativa che documentasse concretamente le iniziative di prevenzione degli illeciti nelle società pubbliche regionali. L’obiettivo era semplice: verificare l’effettiva implementazione dei modelli organizzativi previsti dal Decreto legislativo 231/2001 e garantire un controllo democratico sulla gestione di questi enti.
Il rifiuto della Giunta solleva inquietanti interrogativi sulla reale volontà di promuovere la trasparenza. Mentre si additano le società pubbliche come fiori all’occhiello, si oppone un muro di gomma alle richieste di chiarimento su pratiche concrete di prevenzione della corruzione. La politica, ancora una volta, sceglie di fare “orecchie da mercante” di fronte a proposte puntuali e argomentate, preferendo l’opacità al confronto aperto.