This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
Integrazione sul lavoro, l’impegno del Team K
Da anni il Team K presenta proposte per l’integrazione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro, ma siamo ancora lontani dal raggiungere questo obiettivo. Alex Ploner: “Solo un lavoro con una retribuzione adeguata può garantire alle persone con disabilità autonomia di vita, inclusione e dignità”.
Molte persone con disabilità in Alto Adige sono impiegate in aziende, nella pubblica amministrazione e nei laboratori delle strutture per le persone con disabilità. Il collocamento delle persone con disabilità nella nostra provincia è disciplinato da una delibera che prevede convenzioni individuali per i progetti di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro nonché un contributo della Provincia per la “retribuzione” degli interessati. Esistono anche prescrizioni riguardo ai cosiddetti premi per le persone che collaborano ai vari progetti delle strutture diurne e occupazionali (laboratori). Di conseguenza, queste persone non percepiscono uno stipendio commisurato alle loro prestazioni, e poiché non si tratta di un vero e proprio rapporto di lavoro, non vengono nemmeno versati i contributi. Nel linguaggio comune, inevitabilmente, si parla ancora di “paghetta”.
“Uno stipendio è invece fondamentale per condurre una vita autonoma, alla quale si ha diritto secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, e dimostrerebbe apprezzamento e rispetto per il lavoro di questi concittadini e concittadine. Verrebbero inoltre versati i contributi pensionistici, garantendo così una maggiore autonomia di vita e una sicurezza aggiuntiva per il futuro” sostiene il consigliere Alex Ploner del Team K.
“Il Team K vuole promuovere una visione diversa delle politiche di integrazione sul lavoro, non basata su un concetto di assistenzialista, ma di lavoro vero, dignità e inclusione” afferma il consigliere. “La strada intrapresa dalla Giunta, quella di pagare le aziende per assumere, non è quella corretta: la legge esiste e garantisce l’assunzione di persone con disabilità, servono controlli seri e conseguenze per le aziende che non seguono le normative vigenti: le imprese sono, quindi, chiamate a fare la loro parte, l’inclusione non può essere considerata come un compito esclusivo del servizio pubblico, ma come valore aggiunto per tutti, anche nel settore privato”.



