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Società con partecipazione pubblica: tanti soldi, poca trasparenza. ANAC dà ragione al Team K
Nonostante gli obblighi di legge, troppe società partecipate continuano a sottrarsi alla trasparenza, evitando di pubblicare i dati su contratti, compensi e premi. Un comportamento stigmatizzato dall’Autorità nazionale anticorruzione ANAC, che per la seconda volta ha dato ragione al Team K, e dalla Difesa civica, richiamando le norme e minacciando sanzioni. Paul Köllensperger: “Non è accettabile che società finanziate con soldi pubblici si nascondano dietro cavilli per evitare la trasparenza e le altre norme stringenti sulle società pubbliche e sottrarsi al controllo del Consiglio Provinciale e Regionale”.
Sasa: la Difesa civica interviene sui premi
Il caso SASA è emblematico: la Difesa civica ha intimato alla società di garantire l’accesso agli atti sui premi agli autisti, richiamando la normativa nazionale e provinciale sulla trasparenza (L. 241/1990, d.lgs. 33/2013, L.P. 17/1993). Nella sua risposta, la Difesa Civica ha respinto le eccezioni sollevate dalla società, ribadendo che il diritto di accesso non può essere negato e che eventuali limiti (privacy, segreti tecnici) devono essere gestiti con oscuramenti, non con dinieghi totali. Un segnale molto forte e molto chiaro.
Infranet: l’intervento dell’ANAC
Richiesto su impulso del Team K, il recente parere dell’Autorità nazionale anticorruzione ha chiarito che Infranet SpA è tenuta agli stessi obblighi di trasparenza delle pubbliche amministrazioni. Ciò include la pubblicazione di dati su organizzazione, contratti pubblici e selezione del personale. ANAC ha stigmatizzato la prassi di molte società che, operando in regime di concorrenza, si ritengono esonerate dagli obblighi previsti dal d.lgs. 33/2013. Una posizione che l’Autorità ha definito infondata, richiamando anche la possibilità di sanzioni in caso di inadempienza. Bene!
A22: il caso dei compensi dei vertici
Non è la prima volta che il tema della trasparenza nelle società partecipate finisce sotto i riflettori. Il caso A22, già sollevato pubblicamente dal Team K, ha mostrato quanto sia difficile ottenere informazioni su compensi dei dirigenti, procedure seguite per appalti ed assunzioni di personale. La società cerca di negare la sua natura pubblica, con la conseguenza che le richieste di informazioni si scontrano con resistenze e interpretazioni restrittive, tra l’altro avallate dalla giunta, che limitano il potere di controllo del Consiglio sulla società. Anche in questo caso ci siamo rivolti all’ANAC e anche stavolta ci ha dato ragione: Presidente e CdA hanno l’obbligo legale di pubblicare sul sito della società le informazioni relative a compensi di qualsiasi natura e spese di missione, altri incarichi e relativi compensi, dichiarazioni reddituali e patrimoniali.



