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Suicidio medicalmente assistito: dalla Regione una risposta vuota e priva di coraggio politico
Con riferimento all’interrogazione n. 113/XVII presentata dal gruppo consiliare Team K, sul tema del suicidio medicalmente assistito, il Presidente della Regione Arno Kompatscher ha risposto con una nota che, al di là della forma istituzionale, si rivela sostanzialmente vuota.
La risposta si limita a una generica affermazione secondo cui esisterebbe una “proficua collaborazione” tra le Province autonome di Trento e Bolzano in materia sanitaria, e a ricordare che la competenza è provinciale. Nessun dettaglio, nessuna informazione concreta, nessun cenno all’interrogativo specifico sollevato: il deficit di trasparenza denunciato dall’Associazione Luca Coscioni sulle richieste di suicidio assistito anche nel nostro territorio. Sul merito della questione – ovvero se vi siano state richieste, come sono state trattate, se esista un coordinamento tra APSS e Azienda sanitaria dell’Alto Adige – la Giunta regionale non dice nulla.
«Ancora una volta – commenta il consigliere Franz Ploner (Team K) – la Presidenza regionale si rifugia dietro la consueta giustificazione dell’“incompetenza”, ignorando il ruolo politico che la Regione dovrebbe svolgere nel promuovere una sintesi condivisa tra le due Province su temi etici e sociali di rilevanza nazionale. In un contesto in cui il legislatore statale non è ancora intervenuto per colmare il vuoto normativo, è quanto mai urgente un’iniziativa interistituzionale che permetta alle autonomie speciali di contribuire alla costruzione di buone pratiche e soluzioni legislative.»
«È incomprensibile che su un tema così delicato – che tocca i diritti fondamentali delle persone, la dignità nelle fasi terminali della vita e la responsabilità della sanità pubblica – non si riesca a fare chiarezza sullo stato delle cose, e ancor meno si voglia avviare un confronto politico regionale capace di generare proposte da indirizzare al Parlamento e agli organi costituzionali dello Stato.»
«La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, per sua natura, dovrebbe essere laboratorio di sintesi e coordinamento, non notaio silenzioso delle competenze altrui. Invece, anche di fronte a un’esigenza di trasparenza e di giustizia come quella evidenziata dalla campagna dell’Associazione Luca Coscioni, la risposta della Presidenza regionale è deludente, burocratica e priva di coraggio politico. Se la volontà è quella di svuotare la Regione di ogni significato politico, si abbia almeno il coraggio di dirlo esplicitamente. Altrimenti si cominci finalmente a esercitare quel ruolo di indirizzo e coordinamento che la dichiarazione di inizio legislatura solennemente prometteva.»



