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Team K: misure urgenti per la protezione del riccio in Alto Adige

rpt
L’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha inserito il riccio europeo (Erinaceus europaeus), presente anche in Alto Adige, nella Lista Rossa delle specie minacciate, classificandolo come “potenzialmente a rischio”. Secondo l’IUCN, la popolazione è diminuita tra il 10% e il 50% negli ultimi dieci anni. In una mozione, il consigliere del Team K Franz Ploner chiede al Consiglio provinciale di adottare misure concrete per proteggere il riccio. “Se non agiamo ora, scomparirà silenziosamente dalla nostra natura locale”, avverte.
Come prima misura, Ploner propone il divieto dell’uso di robot tagliaerba su tutte le aree verdi pubbliche della provincia dopo il tramonto e fino a mezz’ora prima dell’alba del giorno successivo, per proteggere gli animali. “Al crepuscolo e di notte, i ricci sono in pericolo a causa dei robot tagliaerba, perché si appallottolano per difendersi invece di fuggire. I ricci escono in cerca di cibo al calare della sera. I sensori dei modelli comuni di robot tagliaerba non riconoscono i ricci o gli anfibi come ostacoli, quindi li travolgono, causando loro una morte atroce”, spiega Franz Ploner.
Secondo lui, è un dovere della Provincia autonoma di Bolzano agire come difensore degli habitat e delle specie minacciate, se vuole essere coerente con gli obiettivi ambientali del suo stesso programma di governo. “È fondamentale includere il riccio nella legge provinciale sulla tutela della natura, effettuare un censimento delle popolazioni di ricci presenti in Alto Adige, istituire stazioni di soccorso anche private per animali feriti e promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione”, afferma Ploner nella sua mozione.
Studi recenti indicano che la popolazione del riccio europeo occidentale è in costante diminuzione. In diversi Paesi europei, è ormai considerato una specie a rischio di estinzione. Ploner individua le cause nel calo degli insetti dovuto all’uso intensivo di pesticidi, nella perdita di habitat causata dalla cementificazione del suolo e nell’aumento dell’inquinamento luminoso. Questi fattori costringono i ricci ad abbandonare il loro ambiente naturale per rifugiarsi in spazi alternativi come parchi urbani, cimiteri e giardini privati, dove però rischiano comunque la scomparsa. “Qui deve intervenire l’approccio della Provincia per una convivenza sostenibile tra persone e habitat, se la Giunta provinciale vuole davvero fare sul serio”, afferma.
“Il riccio è un simbolo della biodiversità e una componente importante del nostro ecosistema”, sottolinea Ploner. “La sua protezione non è solo una questione di tutela animale, ma anche un impegno per la salvaguardia della natura. Ognuno può contribuire – con un uso consapevole del proprio giardino così come con l’azione politica”.
“La politica dei piccoli passi è oggi più che mai necessaria”, conclude il Team K.