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Una democrazia diretta che funzioni

Rappresentanti di 8 partiti hanno presentato oggi, 8 ottobre 2025, durante una conferenza stampa insieme all’Iniziativa per più democrazia, i due disegni di legge che saranno discussi nella seduta di questa settimana del Consiglio provinciale.
Sette anni fa il Consiglio provinciale approvò la legge provinciale sulla democrazia diretta. La legge prevedeva un ampliamento degli strumenti di democrazia diretta e una facilitazione nello svolgimento dei referendum popolari (ad esempio l’abbassamento del quorum al 25%). Almeno in teoria. Nella pratica, infatti, nei sette anni successivi all’entrata in vigore della legge, praticamente tutti i tentativi di indire un referendum sono stati bloccati in fase preliminare e due iniziative popolari sono state impedite.
Questa è la premessa dei due disegni di legge che ora vengono trattati in Consiglio provinciale.
“È stata la prima volta che non siamo riusciti a raccogliere le firme necessarie”, spiega Stephan Lausch dell’Iniziativa per più democrazia. “Per questo, prima delle ultime elezioni, ci siamo rivolti ai partiti candidati, ottenendo da nove di essi l’impegno a voler porre fine a questa situazione assurda durante la nuova legislatura. Ora questi partiti hanno la possibilità di modificare la legge vigente. Subito dopo le elezioni, otto partiti hanno presentato in Consiglio i due disegni di legge.”
Il disegno di legge provinciale n. 6/2023 ha come prima firmataria Brigitte Foppa (Gruppo Verde), che spiega come il disegno di legge affronti due temi principali. Per quanto riguarda l’ammissibilità dei referendum popolari, su cui in passato si erano spesso verificate difficoltà interpretative, il disegno di legge chiarisce definitivamente che i referendum sono ammissibili anche in materia di leggi relative alla forma di governo. “Non è accettabile che un referendum su un consiglio cittadino per il clima venga dichiarato inammissibile perché, secondo la Commissione, i referendum sulla forma di governo non sono consentiti”, afferma Foppa. Il disegno di legge mira a chiarire questo punto in modo inequivocabile. Secondo, la Commissione dovrà essere formata tramite sorteggio tra esperte ed esperti di diritto pubblico: docenti universitari, avvocate e avvocati, ex giudici costituzionali. In questo modo si vuole evitare che gli stessi giudici che si erano espressi contro l’ammissibilità di un referendum decidano poi anche sui ricorsi.
Del disegno di legge provinciale n. 7/2023 è, invece, primo firmatario Alex Ploner (Team K), che dichiara: “È giunto il momento di smettere con le scuse. Già quattro anni fa avevo presentato in Consiglio provinciale una mozione sul tema delle firme online. Ciò che è possibile nel resto d’Italia non deve essere impedito qui. All’epoca, la SVP respinse la proposta adducendo motivi di tutela dei dati e di sicurezza informatica, promettendo di chiarire le questioni aperte entro la fine del 2021. Da allora è passato un tempo, direi, sufficiente. Un nuovo rifiuto di strumenti democratici così importanti, come la possibilità di firmare online o di firmare in qualsiasi comune e non solo in quello di residenza, dimostrerebbe solo che persiste una certa paura della partecipazione dei cittadini”.
I disegni di legge sono sostenuti anche dalla consigliera Myriam Atz della Süd-Tiroler Freiheit, che afferma: “La democrazia diretta vive del fatto che le persone possano partecipare attivamente e decidere insieme. Questo non deve fallire a causa di ostacoli inutili. Le procedure devono essere semplici, accessibili e utili. Quando la partecipazione diventa troppo complicata o faticosa, perde forza e credibilità. Per questo da anni mi batto affinché venga ridotto in modo significativo il numero di firme necessarie e sia introdotta la possibilità di firmare online. Purtroppo, queste proposte sono state ripetutamente respinte dalla maggioranza di governo in Consiglio. La democrazia deve invitare le persone a partecipare attivamente, non scoraggiarle!”
Sandro Repetto (PD) dichiara: “Ho deciso di sostenere questi disegni di legge in coerenza con la convinzione che la partecipazione debba essere promossa e facilitata, pur restando all’interno di un quadro istituzionale equilibrato, dove la responsabilità delle decisioni politiche rimane saldamente affidata agli organi democraticamente eletti.”
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion), motiva il suo sostegno: “In tutto il mondo la partecipazione democratica e la libera formazione dell’opinione sono sempre più sotto pressione. È quindi ancora più importante rafforzare gli strumenti di democrazia diretta a livello locale e ridurre gli ostacoli ai referendum.”
Anche Jürgen Wirth Anderlan sostiene l’iniziativa: “Il popolo altoatesino è il nostro datore di lavoro e a esso siamo obbligati. Per questo, su temi importanti con effetti a lungo termine, devono esserci in futuro referendum obbligatori. JWA fa parte dell’Iniziativa per più democrazia e sosteniamo con piena convinzione questa proposta di legge, affinché finalmente il diritto alla partecipazione in Alto Adige sia efficace e concretamente applicabile.”
Tutti i presenti alla conferenza stampa ricordano che, prima delle elezioni provinciali del 2023, era stata data la promessa di sostenere la democrazia diretta in generale e le richieste contenute in questi disegni di legge in particolare. “Mantenere la parola data è l’essenza della politica. Chi promette qualcosa prima delle elezioni è chiamato a mantenerla, anche se è passato in maggioranza. Con i voti di Galateo, Scarafoni e Ulli Mair (che lo avevano promesso nel 2023) i disegni di legge passeranno. L’ora della verità è arrivata”, concludono i presenti Brigitte Foppa, Alex Ploner, Stephan Lausch, Myriam Atz, Sandro Repetto, Andreas Leiter Reber, Jürgen Wirth Anderlan, Madeleine Rohrer, Maria Elisabeth Rieder, Franz Ploner.
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