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Verde al posto del grigio: piazza Silvius Magnago vuole diventare il “polmone verde” di Bolzano
rpt
Notti tropicali, asfalto rovente, poca ombra: le estati nel capoluogo saranno sempre più così. Questa settimana il Consiglio provinciale dovrà prendere posizione: una mozione di Franz Ploner propone di “de-sigillare” dall’asfalto piazza Silvius Magnago e trasformarla in un’isola verde, fresca e viva.
L’idea è semplice e con validità scientificamente provata: alberi al posto del cemento. Un albero offre ombra, cattura le polveri sottili e, grazie all’evaporazione, può abbassare la temperatura percepita nel microclima fino a dieci gradi. Nel 2003 un’ondata di calore ha causato decine di migliaia di morti in tutta Europa, con bambini e anziani particolarmente a rischio. Bolzano è regolarmente tra le città più calde d’Italia. Vogliamo davvero continuare a restare a guardare?
La proposta di Ploner si basa su concetti già collaudati: implementare il concetto di “città spugna” per la raccolta dell’acqua piovana, alberi urbani resistenti, aree verdi rinfrescanti. Idee semplici ma efficaci, che sono già realtà in città come Vienna, Zurigo e Parigi, e presto anche Brunico. Le basi sono gli studi dell’Università di Bolzano guidati dal prof. Stefan Zerbe, ma anche – più in generale – progetti europei come “JUST Nature” e gli obiettivi dell’Agenda ONU per città sostenibili.
Non si tratta solo di clima. Si parla anche di qualità della vita, di uno spazio per le persone al posto di un deserto di cemento, per una piazza centrale del capoluogo che meriti davvero il nome di Silvius Magnago.
Ora tocca alla Giunta provinciale prendere posizione. Il Consiglio può incaricare l’Università di Bolzano di una pianificazione interdisciplinare, trasparente, con la partecipazione dei cittadini e scadenze chiare. Bolzano ha bisogno di un biglietto da visita verde, trasformando i deserti d’asfalto in oasi, perché le piazze da riqualificare seguendo questa visione potrebbero essere diverse, nel capoluogo come in altre città della nostra provincia.



