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Carenza di insegnanti, il Team K chiede riforme
La situazione nelle scuole dell’Alto Adige è allarmante: i posti per l’anno scolastico 2025/26 sono stati assegnati, ma solo il 60% delle cattedre disponibili è stato coperto. Un dato drammatico che sottolinea ancora una volta un problema noto da anni: mancano insegnanti e le cause sono molteplici.
“La scuola in Alto Adige è vicina al collasso. Se si continua ad ignorare la realtà, rischiamo di mandare in pezzi il sistema educativo pubblico. Stipendi bassi, lunghi percorsi di formazione senza un adeguato riconoscimento e continui tagli al personale rendono la professione dell’insegnante sempre meno attrattiva. Non è più sostenibile”, avverte Alex Ploner, consigliere provinciale del Team K.
Secondo Ploner, un semplice aumento dello stipendio non basta per contrastare la carenza di insegnanti e peraltro non è nemmeno iniziata una trattativa sullo stipendio base. È necessario ripensare e riformare radicalmente l’intero sistema scolastico.
“Serve una vera riforma dell’istruzione, che renda la scuola un luogo di lavoro e di formazione nuovamente attrattivo dal punto di vista sociale, strutturale e organizzativo. Solo così possiamo garantire la qualità dell’istruzione e restituire alla professione di docente il rispetto che merita. Inoltre, temi come la scuola a tempo pieno, la Carta del docente, i modelli bilingui, la separazione tra amministrazione scolastica e direzione pedagogica, il sostegno agli studenti meritevoli e una vera inclusione devono essere affrontati e attuati con urgenza”, afferma Ploner.
Il Team K chiede alla Giunta provinciale un’immediata inversione di rotta: gli insegnanti devono essere valorizzati non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale. Chi pensa che gli insegnanti siano insoddisfatti solo per lo stipendio si sbaglia. Le condizioni di lavoro devono essere migliorate radicalmente e la pianificazione del personale deve essere fatta con lungimiranza, evitando soluzioni d’emergenza poco prima dell’inizio dell’anno scolastico.
“La scuola pubblica è un pilastro fondamentale della nostra democrazia. Ignorare il suo grido d’aiuto significa tradire non solo gli insegnanti, ma anche le famiglie, gli studenti e, in ultima analisi, il nostro futuro. I segnali d’allarme sono stati ignorati troppo a lungo, i problemi sono noti da anni o avrebbero potuto essere previsti. Inoltre, ci si deve chiedere se non sia giunto il momento di rinnovare alcune posizioni negli uffici scolastici e di affrontare seriamente l’unificazione dell’amministrazione delle tre intendenze scolastiche”, conclude Ploner.