Le comunità energetiche (CER) in Italia oggi sono oberate da burocrazia e poco vantaggiose economicamente. Questa è la semplice realtà. Ma un’altra via sarebbe possibile, ed oggi come Team K l’abbiamo illustrata in Consiglio provinciale, che ha seguito il nostro ragionamento approvando la nostra mozione. Sulle Comunità energetiche tutta Europa va in una direzione ben precisa di semplificazione e convenienza economica per chi investe in questo fondamentale strumento di incentivazione alla produzione dal basso di energie rinnovabili. In Italia invece – caso unico in Europa – il settore è purtroppo vittima della lobby dei grandi produttori di energia elettrica. Ora, grazie all’approvazione di un ordine del giorno del Team K, l’Alto Adige per primo in Italia cercherà di “importare” sul suo territorio il modello di Cer che ovunque si è imposto come il più razionale e conveniente, per l’ambiente e per le tasche dei consumatori.
Per liberarci il più rapidamente possibile dalla dipendenza dei combustibili fossili è necessario produrre sempre più energia elettrica da fonti rinnovabili e qui entrano in gioco le Comunità energetiche. “Se per esempio ogni condominio sfruttasse il suo tetto per installare pannelli fotovoltaici e produrre energia pulita, si centrerebbe il duplice obiettivo di far risparmiare i condomini che partecipano all’investimento e di produrre energia ‘pulita’ – spiega il primo firmatario Paul Köllensperger -. Quello che manca, è la possibilità di autoconsumare direttamente l’energia prodotta e vedere dedotto in bolletta l’importo dell’energia autoprodotta, come fanno nel resto d’Europa. Invece in Italia si è scelto di dare la precedenza agli interessi dei grandi produttori invece che dei cittadini, come troppo spesso accade, costringendo una CER a vendere tutta l’energia prodotta acquistando a sua volta l’intera energia di cui ha bisogno a prezzo di borsa, ricevendo un incentivo di ca. 10 cent/KWh a carico, oltretutto, dei consumatori. La strada che si è imboccata di fatto disincentiva gli interessati a creare una Cer e per questo abbiamo chiesto ed ottenuto un cambio di paradigma che credo sarebbe da modello per altre regioni italiane. Ora tocca alla Giunta provinciale e ai suoi tecnici e giuristi interfacciarsi con l’authority Arera per partire il prima possibile.