L’obiettivo è chiaro: il numero di alloggi tenuti sfitti va ridimensionato, gli immobili inutilizzati vanno resi disponibili sul mercato degli affitti. Già da tempo il Team K ha presentato le sue proposte in Consiglio provinciale – equilibrate nel senso di valutare adeguatamente anche il punto di vista dei proprietari – che sono state però immancabilmente bocciate dalla maggioranza. L’aumento dell’Imi passato in commissione legislativa può essere un incentivo in questa direzione, ma deve essere più mirato. In questo senso sono stati approvati due emendamenti a prima firma Paul Köllensperger.
La nuova legge ha il difetto di mettere tutti in un unico calderone: le famiglie che hanno investito i risparmi di una vita in un appartamento per i loro figli e gli speculatori che lasciano gli appartamenti vuoti per attendere il momento più propizio per lucrare sulla vendita. Con questa nuova legge si andrà dunque a battere cassa dalle famiglie, mentre gli speculatori continueranno probabilmente a fare i propri interessi.
Paul Köllensperger pensa che il testo uscito dalla commissione non sia stato ponderato a sufficienza: “La legge non comincia nemmeno ad affrontare le cause dello sfitto – sostiene -. Gli autori del testo hanno addirittura dichiarato di non avere idea di quanti appartamenti siano lasciati vuoti per motivi speculativi. L’idea di fondo di tassare più pesantemente la speculazione l’ho già sollevata diverse volte in Consiglio provinciale, ma in questa legge si affronta il tema in modo sbagliato, penalizzando chi lascia temporaneamente sfitto un suo appartamento per valide ragioni o semplicemente perché non è stato in grado di affittarlo”. ContinuaKöllensperger: “Con un emendamento in commissione sono almeno riuscito a correggere parzialmente la situazione, prevedendo un’eccezione per le famiglie che lasciano un appartamento pronto per il ritorno dei figli che studiano all’estero. A queste famiglie non si applicherà la maggiorazione per quattro anni”. Il Team K è riuscito a far passare un ulteriore emendamento, prevedendo l’esenzione Imi nel caso di sfratti ordinati dai tribunali ma non ancora eseguiti.
Tuttavia, il testo deve essere ancora decisamente migliorato per proteggere quei proprietari che, nonostante l’intenzione di affittare, non sono riusciti a trovare inquilini adatti – proprio perché in Italia la protezione dei proprietari è una parola straniera. Ed è qui che servono soluzioni invece di nuove tasse. Il Team K ha quindi preparato una dozzina di emendamenti per tutelare i proprietari che non sono certo degli speculatori: tra le altre cose, per esentare le famiglie con bambini dall’aumento della tassa, per tassare più pesantemente solo il terzo appartamento, per proteggere meglio i proprietari dalle inadempienze di affitto attraverso un fondo di garanzia se in cambio accettano di affittare l’appartamento a tassi più favorevoli, o per esentare i proprietari che hanno espresso il loro interesse a mettere il loro appartamento a disposizione dell’istituto per l’edilizia sociale per la locazione entro sei mesi dalla fine dell’ultimo contratto di affitto. Nel 2020 il Team K aveva già portato una mozione in questo senso in Consiglio provinciale, secondo cui l’IPES avrebbe dovuto contribuire alla riduzione dello sfitto in città in qualità di partner contrattuale dei proprietari di appartamenti, tutelandoli e immettendo gli immobili sul mercato dell’edilizia sociale. Così si prenderebbero due piccioni con una fava e si contrasterebbe il caro-casa in maniera più efficiente dei sussidi all’affitto: i proprietari avrebbero un introito sicuro dall’IPES, gli inquilini avrebbero un alloggio accessibile, le liste d’attesa per l’edilizia sociale verrebbero notevolmente ridotte. E di conseguenza si limiterebbe anche il consumo di suolo per realizzare nuovi alloggi. La proposta, tuttavia, non fu approvata in aula.
E così ci ritroviamo con un testo con il quale si vuole risolvere il problema degli appartamenti sfitti con l’aumento delle tasse. A pagarne le conseguenze – ancora una volta – è il ceto medio. “Ci si chiede davvero come l’ala liberale della SVP possa approvare questa proposta”, conclude Paul Köllensperger.
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