L’avevamo paventato già da tempo e ora pare che le nostre grida di allarme siano diventate realtà, quando è ormai troppo tardi: con una comunicazione la Commissione europea avrebbe annunciato all’ufficio Fse un disimpegno automatico dei fondi per il Programma operativo 2014-2020. Per avere conferma alla notizia abbiamo depositato un’interrogazione e una richiesta di accesso atti al presidente Kompatscher.
L’ordine di grandezza di questa perdita non è noto, ma considerate le notevoli cifre in discussione si può ipotizzare si tratti di decine di milioni di euro. Queste sono risorse importantissime, investite in modo strategico per la formazione dei lavoratori, per il reinserimento dei disoccupati e per molti altri progetti sul territorio. Investimenti sul nostro futuro quindi. Per questi motivi avevamo richiesto e ottenuto – ancora nel 2014! – la formazione di una commissione di inchiesta, i cui lavori però erano stati purtroppo deludenti, con le vere responsabilità gestionali e soprattutto politiche mai davvero emerse.
Oggi molti enti beneficiari non presentano più progetti o si espongono di meno: la fiducia tra operatori del settore e pubblica amministrazione è ai minimi storici ma è proprio da qui che bisogna ripartire: il disimpegno dei fondi ha tra le sue cause anche il mancato avvio dei progetti finanziabili.
Il disastro del precedente Programma operativo 2007-2013 è stato infine scaricato sui molti enti che dopo aver pianificato e realizzato progetti regolarmente approvati dagli uffici si sono visti costretti a restituire i fondi, causando dolorose crisi e fallimenti. E oggi la Provincia si ritrova trascinata in tribunale con richieste risarcitorie che a loro volta pesano e peseranno sulla collettività. In questo senso va anche sottolineato che la Giunta aveva promesso che avrebbe sfruttato soluzioni di finanziamento alternativo per i progetti dichiarati non ammissibili (legge provinciale ad hoc e Pac): si è poi mosso qualcosa?
Sono passati quattro anni dallo scoppio dello scandalo Fse e nonostante le ingenti risorse investite e il tempo trascorso, l’ufficio non è evidentemente stato in grado di smaltire i ritardi accumulati e impostare adeguatamente il Programma operativo 2013-2020. In sostanza: nonostante il grande impegno promesso, non solo non si è recuperato nulla sul PO 2007-2013, ma non si è riusciti ad impostare adeguatamente neanche quello 2014-2020, nonostante gli incarichi esterni e nuovi dirigenti. In questo senso va anzi notato che il continuo turn over dei dirigenti che si sono succeduti alla guida dei vari uffici della ripartizione Europa ha ulteriormente peggiorato una situazione già di per sé difficile.
È necessaria una parola chiara sull’andamento delle cose all’ufficio Fse, la posta in gioco è davvero molto alta.
Paul Köllensperger